Non si erano mai incontrate fino a quel giorno. Giulia seduta nell’angolo del locale, Federica che ordinava un caffè al bancone, di corsa, per non perdere il treno.
Si guardarono per un istante e la sensazione reciproca fu: “Io ti conosco, ti ho già vista”.
Da quel momento, si sono viste parecchie altre volte e la vita, o meglio, un ristorantino ad alta quota le ha portate in effetti a conoscersi bene.
Pochi tavoli, sedie spaiate e il pavimento in legno che scricchiola. Quante sere passate a progettare quel sogno condiviso, ad arredarlo, a disporre ciascun elemento al suo posto.
“I vecchi piatti della nonna li appenderemo su questa parete, per il servizio ne voglio di contemporanei, che segnino il nostro presente e futuro” disse Giulia a Federica in una di quelle sere.
Il racconto potrebbe finire qui, e invece, in una domenica lavorativa, un piatto, uno di quelli del presente e del futuro, si sbeccò e rischiava di trasformarsi in un sacchetto di cocci, ma un’amica preziosa lo ha consegnato a me, affinché rendessi tangibile l’amicizia di Giulia e Federica.