Ti sei seduta accanto a me un pomeriggio di fine ottobre.
«Mi ricorda il mare, ancora adesso, in questa vita che non sa di salsedine, ma di nebbia». Sul palmo della mano, schiusa, una conchiglia mi ha parlato.
Sulla spiaggia non c’era anima viva.
Nel mio laboratorio, solo il lento depositarsi delle foglie invecchiate e tinte di marsala.
Volevi una conchiglia che parlasse di unione; io, al suo posto, ho trovato un frammento di ceramica vintage che indicava nuove rotte.
Adesso quel frammento è un gioiello sulla mano di M., così potete essere sempre lì, a guardare lo stesso mare del vostro primo incontro.